sabato 12 novembre 2011

iovedì, 13 ottobre 2011  

tanto ben che

l'estate che non vuol finire s'accorda, una volta tanto meravigliosamente bene, con l'anarchia dei desideri e dei ricordi dal buon sapore lasciati appesi agli angoli nei tanti camminari in giro, molti deogratia pieni di quella luce che scalda.
e un poco per farle festa e tanto per noi, per regalare un altro morso alla nostra ingorda voglia di calore, ecco si volerà al paese del sole. senza che alcuna palma ci possa separare.
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postato da gattobiso | 13:30 | commenti


martedì, 04 ottobre 2011
 

ritorni

di nuovo C.Magris, ancora lui :
(...) oggi più che mai vivere significa viaggiare; la condizione spirituale dell'uomo come viaggiatore, di cui parla la teologia, è anche una situazione concreta per masse sempre più vaste di persone. Sempre più incerto, nelle vertiginose trasformazioni del vivere, appare il ritorno - materiale e sentimentale - a se stessi; l'Ulisse odierno non assomiglia a quello omerico o joyciano, che alla fine ritorna a casa, bensì piuttosto a quello dantesco che si perde nell'illimitato o a quello del Li-Sao  di Chù Yùan, una peripezia ulissiaca cinese, che alla fine vede dall'alto il suo villaggio ma non può tornarvi.

posso semplicemente sottoscrivere queste parole (senza volermi per questo attribuire la statura d'un Ulisse
, beninteso ...)
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postato da gattobiso | 19:06 | commenti


sabato, 24 settembre 2011
 

parole proprie altrui

la meschinità quotidiana è più universale - e più forte - della morte e della vita.
dice c.magris al termine di un suo breve pezzo, bello , tanto.

sottoscritto in un momento fin troppo lungo di sconforto, ora mi riesce contrastato quanto basta da uno stato d'animo di fondo che canta intimamente col colore d'un sole settembrino (come oggi) preso sulle spalle in un cortile o, fa conto, sul minimo sagrato davanti Sant'Alvise, giù del ponte.

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postato da gattobiso | 17:22 | commenti


giovedì, 22 settembre 2011
 

cosa far d'un pomeriggio perso

mettersi a pregare ? a scribacchiare ?
miglior conforto sarebbe far la posta alle nubi che si sfanno e rifanno, gratis.


intanto sta per cadere da qualche parte un poco di rottame, cio' che rimane d'un giocattolone lanciato dall'uomo a sporcare il cielo.
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postato da gattobiso | 16:39 | commenti


mercoledì, 21 settembre 2011
 

un nano sale al Colle

quanto proverà a chiedere di ....'buonauscita' ?!?
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postato da gattobiso | 18:45 | commenti


lunedì, 19 settembre 2011
 

a zonzo il pomeriggio

in comune di Moruzzo c'e' un grumo di case denominate : localita'...Lavia (con tanto di tabella stradale).

in comune di San Vito di Fagagna ce n'e' un altro nomato Ruscletto : una piccola frazione con una sola stradina. infatti l'hanno denominata : via Unica. ineccepibile
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postato da gattobiso | 18:40 | commenti


sabato, 17 settembre 2011
 

volere è potere : che balla !

e ancora si dorme meno di ciò che ci vorrebbe. e nemmeno si riesce ad essere ogni volta dove si vorrebbe.
lo specchio ci rimanda dei noistessi sbagliati, diversi da come ognun vorrebbe.
e 'sto pensiero che fastidioso torna (chissà se lei ancora mi vorrebbe?...)

ma non di volontà si legano i cuori per la vita. per cui sorrido, sotto questa maschera seria che non mi rappresenta.

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postato da gattobiso | 18:00 | commenti


martedì, 13 settembre 2011
 

quest'ora

a quest'ora la luce del sole cade forte contro le inferriate, secondo un angolo tutto di taglio : risaltano molto, così, insieme al pezzo di muro che le divide.
avverto il senso d'una prigione, con me chiuso dentro.
allora prendo in mano il libro che tengo sul tavolinetto, mi siedo in poltrona e mi libero nella lettura.
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postato da gattobiso | 17:50 | commenti


sabato, 10 settembre 2011
 

sul Corrierone ( !!! ) di oggi

EGOISMI E PAURE TRASVERSALI

Conservatori e immobilisti

 

Sì, Berlusconi si sta rivelando un pessimo presidente del Consiglio, non si sa come mandarlo via e di fronte alla crisi economica il governo si è mostrato di una pochezza e una goffaggine uniche. Sì, l'opposizione riesce solo a balbettare ma non è capace di nessuna proposta alternativa seria. Sì, la maggioranza è spaccata e l'opposizione è divisa. E per finire c'è l'abominevole casta che tutti ci sentiamo così bravi e onesti a detestare. È tutto vero, sì, l'Italia è tutto questo.
Ma chi cerca di non fermarsi alla superficie sa che nessuno di quelli ora detti è il problema vero del Paese.
Il problema vero, profondo, strutturale dell'Italia sta altrove. Sta nell'esistenza di un immane blocco sociale conservatore il cui obiettivo è la sopravvivenza e l'immobilità. Nulla deve cambiare. È questo il macigno che ci schiaccia e oscura il nostro futuro. Il blocco conservatore-immobilista italiano è un aggregato variegatissimo. Ne fanno parte ceti professionali vasti e ferreamente organizzati intorno ai rispettivi ordini, gli statali sindacalizzati, gli alti burocrati collegati con la politica, i commercianti evasori, i pensionati nel fiore degli anni, i finti invalidi, gli addetti a un ordine giudiziario intoccabile, i tassisti a numero chiuso, i farmacisti contingentati, i concessionari pubblici a tariffe di favore, il milione circa di precari organizzati, gli impiegati e gli amministratori parassitari delle spa degli enti locali, gli imprenditori in nero, i cooperatori fiscalmente privilegiati, i patiti delle feste nazionali, i nostalgici della contrattazione collettiva sempre e comunque, le schiere di elusori fiscali, gli imprenditori in nero, gli aspiranti a ope legis e a condoni, quelli che non vogliono che nel loro territorio ci sia una discarica, una linea Tav, una centrale termica, nucleare o che altro. E così via per infiniti altri segmenti sociali, per mille altri settori ed ambiti del Paese. In totale, una massa imponente di elettorato.
Un elettorato ormai drogato, abituato a trarre la vita, o a sperare il proprio avvenire, dal piccolo o grande privilegio, dall'eccezione, dalla propria singola, particolare condizione di favore. Avendo scritto un paio di settimane fa che abbiamo bisogno di una politica capace di parlare «con verità», Emanuele Severino - con tipico massimalismo filosofico, me lo lasci dire - mi ha chiesto polemicamente «che cosa significhi verità». Ecco, caro Severino, significa per esempio una politica capace di dire le cose banali ma vere di cui sopra, di dire questa verità, che la società italiana è questa qui. Invece tra la politica e il blocco conservatore-immobilista si è da tempo stabilito un rapporto di assoluta complicità.
Forte della debolezza della politica, delle sue pessime prove, sempre più spesso la società italiana sembra non voler riconoscere più alcun potere di direzione alla politica stessa, ma di cercarne solo l'appoggio necessario per la sua sopravvivenza spicciola. E domani capiti quel che può capitare. Essa si muove in questa ricerca con consumata spregiudicatezza, tanto a destra come a sinistra, utilizzando per i propri interessi tutto l'arco della rappresentanza parlamentare.
Ogni gruppo sociale appena importante, ogni interesse e segmento professionale sa di poter contare sui suoi deputati e senatori di riferimento (particolarmente rilevante il caso dei magistrati e degli avvocati che hanno a disposizione un vero e proprio partito ombra), i quali intervengono puntualmente a difendere i propri tutelati contro la destra, contro la sinistra, contro tutti. Come si è visto drammaticamente proprio in queste settimane: quando il governo, la maggioranza, e in modo solo meno diretto anche l'opposizione, si sono mostrati incapaci di esprimere indirizzi rapidi, incisivi e coerenti, di sostenere scelte dure, perché di fatto totalmente in balia del blocco conservatore-immobilista, perché ricattati e minacciati dai milioni e milioni di cittadini impegnati allo spasimo perché tutto resti com'è.
 
In Italia non sembra più ormai possibile fare nulla, cambiare nulla, perché c'è sempre qualcuno dotato di un potere d'interdizione che dice di no. Anche per questo siamo un Paese che dà sempre di più l'impressione soffocante di un Paese vecchio, immobile, paralizzato. Dove perfino i discorsi, i pensieri, le conversazioni si susseguono sempre eguali. Un Paese prigioniero del suo passato, nel quale troppi hanno costruito la propria esistenza sfruttando rendite di posizione, contingenze favorevoli irrepetibili, trincerandosi in ben muniti fortini corporativi. Un Paese che fino a ieri poteva forse credere di essere una sicura Fortezza Bastiani, ma che oggi, quando il tempo dei barbari è forse arrivato, assomiglia sempre di più a un disperato Forte Alamo.

10 settembre 2011 10:20

mi pare di dover dire :  sostanzialmente d'accordo.
postato da gattobiso | 11:30 | commenti


mercoledì, 07 settembre 2011
 

fiducia (e un poco di pigrizia)

con la pazienza di aspettare, senza l'ansioso vizio di rubare attimi al Tempo, i vari tasselli, piu' o meno importanti, vanno a trovarsi il posto da se'.
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postato da gattobiso | 22:23 | commenti

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