lunedì 18 novembre 2013
sabato 16 novembre 2013
(ancora del malstare da soli , del non star bene in coppia)
(....)
E
più che l’amore, le persone, il gusto di qualcosa, è il tempo che viene
a mancarci. Anche quando lo perdiamo. Ora il tempo è mio, tutto quello
che spendo in questa mattina tiepida di novembre, sospesa in una bolla
di liquida felicità.
La
puntura di spillo è il non poter condividere con nessuno questo
momento, il dover, per forza di cose, sopire un luccichio d’occhi, un
fremere di mani.
La
solitudine è una coperta troppo corta. E’, a volte, un lusso che si
paga a un prezzo troppo caro. Inflazionata dal nostro precariato
sentimentale che ci fa vivere tempi bui, di ristrettezze emotive in cui
tiriamo la cinghia del cuore. Quando, specchiandoci, non riconosciamo
più la nostra figura smagrita e le passioni ci cadono addosso come
l’abito su una gruccia, ciondolante, senza forma né respiro.
Ed
io non ho capito ancora se sia meglio non avere orecchie che ti
ascoltano o avere orecchie ormai sorde alle tue modulazioni di
frequenza.
(in questo caso è e.l.e.n.a. , ma tanti ce n'è di post consimili...... mi sanno di pensieri già fatti, dal sapore dell'inutile, eppure anche di tarli che tornano perchè non possono non tornare, come pietre sconnesse su cui è destino continuare ad inciampare)
venerdì 15 novembre 2013
-
Quando muore qualcuno, tutte le volte che un amico sbaglia sapendo di
sbagliare ma decide di farlo ugualmente. Spesso non c’è nulla da fare
se non rimanere in silenzio. Quando una persona piange, ogni volta che
ci fanno un torto e lo hanno capito e non serve aggiungere altro.
Un’amica incinta quando ha voglia di fumare una sigaretta e lo fa, il
professore con la patta slacciata mentre fa lezione, qualcuno che ci
provoca per cercare uno scontro, il tuo capo che fa un commento razzista
e lasci perdere. Un tramonto in barca sulla laguna, i titoli di coda di
un film quando ancora ho il nodo in gola, incontrare qualcuno che una
volta è stato molto vicino e che ha deciso di non parlarmi più. Durante
un viaggio in treno o alla fermata del tram, il vicino che racconta i
fatti degli altri, l’anziano in autobus che si lamenta dell’immigrato,
un amico quando parla troppo, un amico quando non riesce a dire. Ogni
volta che non si ha nulla da aggiungere. Quando qualcuno sta male e non
c’è nulla da fare, non ci sono pezze da mettere o aiuti da dare, basta
esserci, senza aggiungere nulla. Mentre si corre, tutte le volte che il
contesto fa da sè e le parole sono accessorie.
Tacere, al massimo sorridere. Restare, senza togliere i peli dal bavero della giacca, senza abbassare lo sguardo o fare una battuta incongrua. Solidi, sicuri. Tacere. Al massimo sorridere, ma niente di più
(grazie ad Alice di Edp e anche alle sue foto )
Tacere, al massimo sorridere. Restare, senza togliere i peli dal bavero della giacca, senza abbassare lo sguardo o fare una battuta incongrua. Solidi, sicuri. Tacere. Al massimo sorridere, ma niente di più
(grazie ad Alice di Edp e anche alle sue foto )
lunedì 4 novembre 2013
stiamo lavorando per ...me
voluta e dovuta, inizia qui una PAUSA.
una sospensione , un letargo. è il momento di mandare in manutenzione i pensieri.
magari continuo a dire su Wp , ma là è altra cosa.
bòn.
una sospensione , un letargo. è il momento di mandare in manutenzione i pensieri.
magari continuo a dire su Wp , ma là è altra cosa.
bòn.
Iscriviti a:
Post (Atom)