mercoledì 12 settembre 2012

del tener per se'

avere pensieri, e quindi opinioni e dar loro voce parlando risulta , da qualche tempo in qua, 'problematico'.
il momento in cui, il tono della voce (il tono 'percepito', of course)', l'espressione del viso in quel frangente (in genere 'figlia' di circostanze del tutto aliene al pensiero rivelato con la lingua) ...ecco alcuni dei fattori che 'inquinano' una cosa che invece avrebbe diritto di essere semplicemente se' stessa : l'espressione di un (libero) pensiero. senza pretese (salvo espressa affermazione contraria) di carattere pedagogico o coercitivo, o di rimprovero tacito o, peggio , di insulto larvato.

mi sento dire infine, in genere quando sono esauriti argomenti dialettici efficaci : tieni le tue opinioni per te, non dirle, chè infastidisce, suona inopportuno, talora offensivo a chi ascolta.

invece: niente da dire sul fatto di tenere uno o più blog. dove scrivere qualsiasi pensiero è lecito, anzi incoraggiato.

dev'essere per via del distacco dato dal mezzo, dalla possibilità di 'ricevere' le parole nel momento e col tempo che più ci aggrada. e anche far finta di non aver letto : non c'è 'obbligo' di risposta, da cui :non c'è necessità di capire bene, se questo ci costa sforzo di mente e spesa di tempo.

dev'esser anche - ed è peggio - per via che l'arte di mettersi in discussione, di vedersi con gli occhi altrui è pratica in disuso, le cui quotazioni stanno in ribasso : sembra che non possiamo più sopportare nessuna, per quanto minima, 'destabilizzazione' di ciò che ci riguarda, del mondo esteriore e/o interiore che chiamiamo 'nostro', con gratificante quanto sciocca illusione.

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